Pubblichiamo un commento sull’annuale relazione COVIP
(di Roberto E. Bagnoli – Iomiassicuro.it)
I rendimenti sono decisamente positivi, ma sono necessari più efficienza e maggiori investimenti nell’economia reale. Le adesioni aumentano, ma molti iscritti non versano i contributi. E’ lo scenario della previdenza complementare in Italia delineato nella relazione annuale della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) presentata oggi a Roma dal presidente Francesco Massicci. “I fondi pensione e gli enti di previdenza privati devono essere all’altezza della crescente rilevanza sociale che la loro attività sta assumendo”, ha sottolineato Massicci, “i risultati ottenuti sono positivi, ma il momento attuale richiede un deciso “salto di paradigma” da parte dei fondi nei processi organizzativi interni, nella capacità di gestire i rischi e fronteggiare la concorrenza, nell’orientare le politiche di investimento verso un’allocazione più adeguata all’evoluzione del mercato e nella ricerca di dimensioni adeguate, che siano funzionali agli interessi degli iscritti”.
Rendimenti e costi. Nel 2014 le forme pensionistiche complementari hanno riportato performance positive, beneficiando del buon andamento dei mercati finanziari. I fondi pensione negoziali (aziendali e di categoria) e quelli aperti (promossi da compagnie d’assicurazione, banche, Sim e Sgr) hanno ottenuto in media rendimenti pari, rispettivamente, al 7,3% e 7,5%; i Pip “nuovi” basati su gestioni unit linked hanno guadagnato il 6,8%; quelli che utilizzano le gestioni separate tradizionali il 2,9%. Nello stesso periodo, la rivalutazione del Tfr, al netto dell’imposta sostitutiva, si è attestata all’1,3%. Negli ultimi cinque anni il rendimento medio annuo si è attestato al 4,8% per i fondi negoziali e al 5,2% per gli aperti; nel caso dei Pip è stato pari al 4,9% per i prodotti unit linked e al 3,2% per le gestioni separate. Nello stesso periodo, la rivalutazione del Tfr è stata del 2,4%. Rispetto al 2013 i costi medi sono rimasti stabili per tutte le forme di previdenza complementare: i Pip rimangono quelle più onerose, per le reti di collocamento e i relativi meccanismi di remunerazione.
Iscritti in crescita. Alla fine del 2014 gli aderenti alle forme pensionistiche complementari erano 6,5 milioni, il 29,4% degli occupati. I fondi negoziali hanno 1,9 milioni di aderenti, gli aperti oltre 1 milione, i fondi preesistenti 650.000. E’ continuata la crescita dei Pip, che hanno superato i 2,4 milioni di aderenti, oltre a quella dei fondi aperti. In parallelo, però, cresce anche il fenomeno degli iscritti che non versano i contributi, anche per effetto della crisi e delle difficoltà occupazionali: sono circa 1,6 milioni, in pratica un aderente su quattro. Considerando gli iscritti al netto di coloro che hanno interrotto i versamenti, il tasso di adesione rispetto agli occupati è del 22,3% Alla fine del 2014, il patrimonio delle forme pensionistiche complementari ha raggiunto 131 miliardi di euro, circa il 12% in più rispetto alla fine del 2013: rappresenta l’8,1% del Pil e il 3,3% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Nel corso dell’anno sono stati raccolti contributi per 13 miliardi di euro (600 milioni in più rispetto al 2013), di cui 5,3 miliardi provengono da flussi di Tfr. La ricaduta sull’economia nazionale è molto limitata. Se si escludono gli investimenti in titoli di Stato italiano e la componente immobiliare, la quota di patrimonio che le forme pensionistiche complementari indirizzano verso il nostro paese ammonta a circa 2,6 miliardi di euro, il 3% del totale. Alla fine del 2014 le forme pensionistiche complementari erano 496, tredici in meno rispetto al 2013, ma secondo il presidente della Covip “permangono spazi per una maggiore concentrazione del settore, per conseguire assetti organizzativi più efficienti”.
Più trasparenza. Il disegno di legge Concorrenza prevede la portabilità del contributo datoriale e, peri fondi negoziali, l’ampliamento dei potenziali destinatari anche al di là dei contratti collettivi. “Si tratta di misure che potrebbero contribuire a migliorare l’efficienza del sistema”, sottolinea Massicci, “ma devono essere accompagnate da misure volte ad accrescere ulteriormente la trasparenza, per favorire una maggiore consapevolezza nelle scelte dei lavoratori, data anche una significativa diversificazione dei costi praticati dalle diverse forme pensionistiche. La Covip è in procinto di adottare misure per potenziare la comparabilità fra le diverse forme. Sono in corso approfondimenti per fornire, con una rappresentazione unitaria, le stime della pensione obbligatoria e della previdenza complementare; per quest’ultima, già da diversi anni, tali stime sono fornite da ciascun fondo sulla base delle disposizioni emanate dalla Covip”.